PERCHE’ GLI OROSCOPI E I CARTOMANTI CI PRENDONO (QUASI) SEMPRE?

Dott. Giorgio ConteCuriosità, Psicologia, Ricerche

Quante volte vi siete rivisti completamente, o in parte, mentre leggevate il vostro profilo ai test (non validati e non attendibili) che si trovano sulle riviste, o leggendo l’oroscopo? Spesso sembra proprio che quella definizione sia stata scritta appositamente per noi, non è vero?
La domanda è: com’è possibile che una definizione, apparentemente così generica, si adatti così bene alla nostra personalità e/o alla nostra situazione attuale?
La spiegazione potrebbe essere definita bene con quello che prende il nome di “Effetto Forer” o “Effetto di Convalida Soggettiva”, secondo il quale siamo propensi a riconoscere attendibili e precise le descrizioni di personalità del tutto generiche, ambigue e universali . Lo studio che avvalora questa tesi è stato condotto nell’Università di Berkeley nel 1948, dal professor Bertram Forer, da cui l’effetto ha preso il nome.
Forer, al termine di un test, consegnò un ritratto della personalità a ciascuno dei suoi studenti del corso in psicologia. Costoro ne rimasero entusiasti, convinti che avesse colto le loro caratteristiche personali. Il punto era che le definizioni erano tutte uguali (il professore, per comporre il celeberrimo profilo, prese spunto proprio dagli oroscopi):
Le definizioni erano le seguenti:

– Hai molto bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino eppure hai una tendenza ad essere critico nei confronti di te stesso.
– Pur avendo alcune debolezze nel carattere, sei generalmente in grado di porvi rimedio.
– Hai molte capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio.
– Disciplinato e controllato all’esterno, tendi ad essere preoccupato ed insicuro dentro di te.
– A volte dubiti seriamente di aver preso la giusta decisione o di aver fatto la cosa giusta.
– Preferisci una certa dose di cambiamento e varietà e ti senti insoddisfatto se obbligato a restrizioni e limitazioni.
– Ti vanti di essere indipendente nelle tue idee e di non accettare le opinioni degli altri senza una prova che ti soddisfi. Ma hai scoperto che è imprudente essere troppo sinceri nel rivelarsi agli altri.
– A volte sei estroverso, affabile, socievole, mentre altre volte sei introverso, diffidente e riservato.
– Alcune delle tue aspirazioni tendono ad essere davvero irrealistiche.

Questo esperimento vuole dimostrare che basta spacciare per personalizzate delle affermazioni generiche, più o meno valide e noi le crediamo riferite a noi stessi. Lo studio è stato replicato in altre occasioni, con soggetti diversi e si è verificato che l’80-90% delle persone considerano che le affermazioni generali siano pressoché riferibili e associabili a loro stessi e alla loro personalità.
Alcuni fattori aumenterebbero la percezione di questa sensazione, ad esempio, quando la persona crede che lo studio sia stato applicato solo a lei, oppure quando l’analisi attribuisce caratteristiche positive più che negative e infine quando la persona che ha fornito la definizione ha per noi un significato autorevole.
Chi si avvale di più dell’effetto Forer? Semplice: astrologi, cartomanti, corteggiatori e venditori.
Ma perché crediamo alle definizioni generiche?
I motivi sono molteplici, ecco i principali:

1- Quelle frasi nelle quali si afferma che abbiamo potenzialità non ancora sviluppate vanno a colpire direttamente il nostro piacere di essere adulati e il bisogno che gli altri credano in noi, più di quanto non riusciamo a fare noi stessi.
2- Tendiamo ad accettare quelle affermazioni nella misura in cui desideriamo che queste siano reali
3- Un altro fattore che incide nell’Effetto Forer è che attualmente dobbiamo gestire troppa informazione e questo ci causa una sorta di vuoto psicologico che ci vediamo tentati a riempire con delle informazioni semplici, positive che generano speranze. Quando incontriamo una credenza (o informazione) che risolve una incertezza, questo ci predispone a confermare e dare per certa la stessa, scartando a priori ogni evidenza contraria.

OK, E GLI OROSCOPI DEL GIORNO? LA PROFEZIA CHE SI “AUTO AVVERA”
L’effetto Forer spiega il perché crediamo ai profili generici di personalità delle riviste, o ai tratti di personalità tipici degli oroscopi, ma diversa è la situazione degli oroscopi quotidiani. A tutti noi sarà capitato di leggere l’oroscopo del giorno e durante la giornata, o a fine giornata scoprire che “ci ha preso”. Com’è possibile? In questo caso l’effetto Forer non si applica, ma trova spazio un’altra “distorsione cognitiva”che prende il nome di “Profezia che si auto avvera” o “auto adempie” o ancora “effetto Pigmalione”.

La “profezia” riguarda una convinzione, una credenza, su di sè o sugli altri, ritenuta vera o assai probabile che frequentemente ed in diverse circostanze si manifesta nella realtà. Il fatto che accada realmente tende a confermare che la credenza che l’ha generata sia corretta. Per fare un esempio: una persona ritiene di essere poco capace e competente, così ogni volta che qualcuno, ad esempio al lavoro, le rivolge una critica sperimenta un’emozione negativa: colpa, rabbia, spesso tristezza. Per evitare queste emozioni spiacevoli cercherà pertanto di non fare più errori, starà molto attenta a non sbagliare e a portare a termine i suoi compiti in maniera perfetta. I comportamenti messi in atto ed i pensieri che li accompagnano determineranno nella persona un elevato stress, probabilmente si sentirà in ansia, emozione che non favorisce certo la concentrazione e l’attenzione, per cui verosimilmente tenderà ad essere più distratta commettendo di conseguenza più errori. Nel prendere atto dei nuovi errori commessi penserà che la causa che li ha generati consiste nel fatto di essere una persona poco capace e competente. Come anticipavamo, siamo partiti da una credenza su di sè come persona incompetente e attraverso tutta una serie di meccanismi e comportamenti (volti per altro apparentemente a contraddire la credenza) siamo giunti a confermarla. E’ così che si instaurano dei veri e propri circoli viziosi dai quali può veramente diventare difficile uscire, sia a causa delle emozioni negative sperimentate, sia del fatto che quando riteniamo che qualcosa sia vero non lo mettiamo più in discussione.

Pertanto se ad esempio l’oroscopo del giorno ci dice che sarà una brutta giornata, la nostra mente instillerà questo concetto a livello inconscio e tenderemo a dare maggiore attenzione a tutti quei piccoli episodi negativi che ci possono capitare durante il giorno, ad esempio, perdere l’autobus/treno, arrivare in ritardo, un rimprovero del Capo, la macchina che non parte, la pioggia, una cattiva notizia, trascurando, invece, tutti quei singoli episodi positivi che ci capitano altrettanto: un complimento, un pasto gustoso, una giornata di sole, una buona notizia, ecc. In sostanza penseremo “lo sapevo che perdevo il treno! L’oroscopo me l’aveva detto che oggi non era giornata!” e magari il ritardo del treno ci ha consentito di comprare il giornale e leggere un articolo interessante, un annuncio per noi utile, ecc. che magari ci ha aiutati in un altro senso, ma tenderemo comunque a vedere “la cattiva giornata” invece che positiva a causa dell’impostazione negativo-pessimistica della nostra mente.

Questi fenomeni sono stati studiati attraverso interessanti ricerche i cui risultati confermano la loro potenza ed i possibili effeti negativi sulle persone.
Una di queste, condotta da Rosenthal nel 1974 ha consentito di individuare quello che è stato definito “Effetto Pigmalione”: in una scuola elementare vennero create due classi identiche di bambini, ma si disse alle maestre che dai test di intelligenza precedentemente somministrati, la classe A risultava essere composta di bambini più intelligenti e dotati e la classe B di bambini meno dotati (non era vero). I risultati dello studio dimostrarono che a fine anno, non solo gli studenti inseriti nelle classi immaginate “migliori” vennero valutati più positivamente dalle insegnanti, ma che i bambini ebbero anche prestazioni migliori a prove oggettive, risultando quindi più intelligenti! Dallo studio si può presumere che le maestre a partire dalle informazioni non veritiere abbiano modificato i loro comportamenti nei confronti degli studenti, mostrandosi ad esempio più inclini ad incoraggiare e supportare i bambini ritenuti più dotati e meno quelli considerati meno dotati. Gli atteggiamenti e comportamenti delle insegnanti avrebbero a loro volta influenzato i comportamenti dei bambini i quali, ritenendo veritiere le informazioni provenienti dalle maestre avrebbero reagito con comportamenti tali da confermare le loro credenze.

Un altro effetto interessante che la ricerca ha messo in luce è quello detto “Effetto placebo”. In questo studio, due gruppi di medici prescrissero lo stesso farmaco a due gruppi di pazienti ma, Il primo gruppo riteneva si trattasse di un farmaco in fase di test clinico, il secondo di un farmaco dalla collaudata efficacia. I risultati mostrarono come la remissione dei sintomi fu ampiamente più evidente nel secondo caso. In medicina c’è da sempre un acceso dibattito etico se utilizzare ancora l’effetto placebo in determinate circostanze.

Vorrei concludere questo articolo con una frase di un mio professore di psicologia della personalità detta in una lezione all’università; “Fino a prova scientifica contraria, uno psicologo non può credere alla veridicità degli oroscopi, né all’astrologia, poiché se crede davvero che la personalità di un individuo possa essere predeterminata da una quadratura di astri alla sua nascita, tutte le teorie della personalità, comportamentali, genetico-innatiste, ecc. sarebbero in forte contraddizione e si troverebbe in un conflitto di interessi”.
A voi il vostro parere in merito!

Bibliografia e sitografia
M. Hamilton, Who believes in astrology? Effect of favorableness of astrologically derived personality descriptions on acceptance of astrology, Personality and Individual Differences (2001)
B. R. Forer, The fallacy of personal validation: a classroom demonstration of gullibility, Journal of Abnormal and Social Psychology (1949).
Robert King Merton, La profezia che si autoavvera in Teoria e Struttura Sociale, II, Bologna, Il Mulino, 1971.
Paul Watzlawick, J.H. Beavin e D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Roma, Astrolabio Ubaldini, 1971.
Victor Stoichita, L’effetto Pigmalione. Breve storia dei simulacri da Ovidio a Hitchcock, Milano, il Saggiatore, 2006.
www.focus.it/cultura/storia/perche-credere-agli-oroscopi-e-perche-non-crederci
www.ladyo.it/perche-crediamo-agli-oroscopi/
www.milanopsicologo.it/le-profezie-che-si-autoavverano-riconoscerle-e-affrontarle/
www.cicap.org/astrologia/Barnum.html