Diciamolo, tutti abbiamo raccontato qualche piccola o grande bugia nel corso della vita… a volte per sfuggire da un’interrogazione a scuola, o per prendere tempo, o semplicemente per non volerci assumere la responsabilità di un nostro errore, o per “quieto vivere”.
Abbiamo però altrettanto conosciuto persone che hanno fatto della menzogna una brutta abitudine di vita. E’ il caso dei “bugiardi patologici” e “bugiardi compulsivi” facenti parte di quella che viene chiamata Sindrome di Pinocchio liberamente ispirata alla nota fiaba di Collodi.
Il bugiardo patologico (definito anche bugiardo cronico o abituale) è chi mente continuamente per cercare ottenere uno scopo preciso. Lo fa non preoccupandosi delle ricadute che provoca sugli altri quest’atteggiamento, fossero anche “solo” spiacevoli conseguenze emotive. In questo caso l’abitudine alla menzogna è vista come meccanismo per affrontare la realtà, un meccanismo sviluppatosi in età infantile che spesso è associato ad altri disturbi psicologici quale il disturbo istrionico di personalità, o il disturbo narcisistico di personalità. Il bugiardo patologico è generalmente manipolativo, dotato di un forte autocentrismo e poco empatico con le altre persone.
Il bugiardo compulsivo, invece, non mente per raggiungere un fine specifico; mente unicamente per abitudine e soprattutto perché dire bugie lo fa stare meglio rispetto al dire la verità. Dire la verità per queste persone diventa un’impresa psicologicamente difficile, complicata, che genera disagio e sofferenza, così utilizzano delle “euristiche” (strategie mentali che hanno lo scopo di semplificare un concetto, un’azione, un’elaborazione di uno stimolo) per semplificarsi la vita, aggirando l’ostacolo del dover affrontare il rischio di essere giudicati male, e/o di affrontare situazioni spacevoli che prevedono l’ammissione del proprio torto, o una fatica maggiore nel fornire spiegazioni. La bugia compulsiva in genere si sviluppa nell’infanzia e in ambienti familiari in cui la menzogna è ritenuta necessaria e “normale” stile di vita intra familiare. Questa figura di bugiardo, diversamente dal precedente, non è manipolativa o almeno non esplicitamente. La bugia diventa una risposta automatica, immediata ed irrefrenabile; compulsiva appunto.
Nonostante la tassonomia proposta, spesso è difficile tracciare una reale differenza fra questi due tipi di persona, in quanto (come tutti noi) anche il bugiardo compulsivo può mentire in maniera finalizzata ad ottenere un risultato, facendogli “invadere” il campo del bugiardo patologico. Oltretutto chi vive a contatto con questo tipo di persone ha ben poco interesse a etichettarli con una o in un’altra categoria; semplicemente è difficile vivere con un bugiardo e basta.
Per riassumere, ecco uno specchietto che traccia le caratteristiche distintive tra bugiardo patologico e bugiardo compulsivo:
Bugiardo patologico:
– Mentono gratuitamente, anche se non è necessario
– Sono impazienti
– Sono manipolativi nei confronti degli altri
– Sono seduttivi e disinibiti
– Sono intolleranti alle critiche
– Pretendono perché è tutto dovuto loro
– Non provano nessun rimorso
– Sono incapaci di relazioni affettive mature
Bugiardo compulsivo:
– Mentono solo se in difficoltà, o a disagio, in modo costante e ripetitivo
– Sono insicuri
– Non sono manipolativi nei confronti degli altri
– Tollerano le critiche solo se poste in modo che lascino “via d’uscita”
– Provano rimorso delle bugie dette, ma non riescono a non mentire
– Sono capaci di relazioni affettive mature
COME CONVIVERE PACIFICAMENTE CON UN BUGIARDO PATOLOGICO/COMPULSIVO?
Non ci sono molte speranze di redimere un bugiardo di questo tipo, perché il problema è profondamente radicato nella sua personalità. Se avete il sentore di non potervi fidare di qualcuno, che sia un amico o un compagno di vita, fatelo parlare, cogliete eventuali contraddizioni e chiedete spiegazioni. Se le risposte non dovessero convincervi, non permettetegli di confondervi, avvelenandovi l’anima. O la patologia viene curata, consentendo al soggetto di vivere svincolato dal proprio narcisismo, o è più prudente allontanarsi, e cercare serenità altrove. Il vero lavoro, casomai, va fatto innanzi tutto su voi stessi ponendovi per prima cosa una domanda fondamentale: “Posso riuscire a perdonare SEMPRE le sue bugie e vivere bene lo stesso?” Se la risposta è SI siete fortunati, se invece è “NO” allora siete in una strada cieca e state solo procrastinando la crisi vera e propria del rapporto con la persona bugiarda.
COME GUARIRE DALLA SINDROME DI PINOCCHIO
Il grosso problema quando si vuole intraprendere un percorso psicoterapeutico con coloro che vivono di menzogne è, prima di tutto, che la persona bugiarda arrivi al punto di essere consapevole del proprio comportamento e che questo suo modo di fare crei un danno alle persone e all’ambiente circostante nella misura in cui ferisce l’affettività di coloro che sono a contatto con il bugiardo. La persona che mente ha introiettato da così tanto tempo il meccanismo della menzogna che riesce a conviverci in modo egositonico e difficilmente percepisce il suo modo di fare come patologico. Il primo passo è quindi l’autoconsapevolezza. In seconda battuta va sottolineato che, come ogni altro comportamento che offre comfort e fuga dallo stress, la menzogna può creare dipendenza (tanto quanto la droga, l’alcol, …) ed è quindi un comportamento difficile da estirpare. Come per le tossicodipendenze, se da parte del paziente non c’è una forte alleanza con il terapeuta e soprattutto una fortissima motivazione a smettere, è difficile che si possa approdare a risultati davvero positivi. A rendere ancora più complicata la situazione, si può aggiungere che spesso il quadro di bugia patologica è accompagnato, o in parole povere è la punta dell’iceberg, di un più ampio e pervasivo disturbo di personalità.
In ogni caso nulla può essere irrisolvibile, ed il consiglio è, una volta riconosciuto il problema, di rivolgersi ad un professionista qualificato che sappia ascoltare sia le verità del bugiardo che quelle di coloro che con il bugiardo patologico stanno vivendo.
Bibliografia e sitografia
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