Lo stress – Conosciamolo meglio

Dott. Giorgio ContePsicologia, Stress

Lo stress si può definire come una risposta fisiologica e psicologica alle richieste e/o pressioni interne o esterne (ambientali) dell’individuo. Questa risposta automatica è fisiologicamente regolata dal rilascio di vari ormoni e permette all’individuo di attivare le sue risorse fisiche, emotive e cognitive necessarie per affrontare in modo adeguato il pericolo potenziale o reale. La risposta allo stress è caratterizzata da una serie di sintomi fisici, emotivi, cognitivi e da risposte comportamentali differenti, che variano da persona a persona.

BREVI CENNI STORICI
Il termine stress è stato usato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo ha definito come “una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta fatta su di esso”. Secondo il modello di Selye, il processo di stress si compone di tre fasi distinte:
1 – fase di allarme: il soggetto avverte il surplus di doveri e mobilita risorse per soddisfarli;
2 – fase di resistenza: il soggetto tenta di stabilizzare la sua condizione e si adatta alle nuove esigenze di contenuto;
3 – fase di esaurimento: in questa fase c’è la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi del burnout.
La durata evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie: stress acuto, che si verifica una sola volta e in un periodo di tempo limitato, e stress cronico, che avviene quando lo stimolo è di lunga durata.

DOMANDA: Lo stress è sempre dannoso?
RISPOSTA: NO.

Per capire meglio dobbiamo distinguere la differenza tra i concetti di eustress e distress
EUSTRESS: è una forma di stress positivo che percepiamo quando uno o più stimoli, anche di natura diversa, allenano la capacità di adattamento psico-fisico dell’individuo ad un determinato compito. L’eustress è una forma di energia utilizzata per essere in grado di raggiungere più facilmente un obiettivo e le esigenze individuali di questi stimoli ambientali per cui è costretto ad adattarsi. Per fare un esempio avvertiremo l’eustress ogniqualvolta siamo chiamati a dare il meglio di noi in una prestazione lavorativa, sportiva, o relazionale.
DISTRESS: Il Distress si verifica quando stimoli stressanti, aumentano le secrezioni ormonali, fino al logoramento progressivo che causano la rottura delle difese psicofisiche. Si evidenzia cioè situazioni dove le condizioni di stress, e quindi l’attivazione organica, persistono anche in assenza di eventi stressanti e il corpo a reagisce a stimoli minori in modo sproporzionato. Per fare un esempio avvertiremo il distress quando abbiamo sopportato per troppo tempo una situazione stressogena al di là delle nostre capacità fisiche e cognitive e ciò causa tutta una serie di sintomi emotivi, fisici e psicologici che persistono anche quando la situazione stressogena è conclusa.

In questo grafico sottostante viene spiegato l’andamento tra eustress e distress:

Nella prima metà della curva (segmenti verde e giallo) siamo chiamati a stimolare il nostro livello di performance (es. esecuzione di un compito, attività sportiva, ecc.) e cercheremo di dare il meglio di noi per raggiungere lo scopo. In questo momento stiamo vivendo la nostra fase di eustress, ossia lo stress positivo, quello che ci consente di dare il massimo, ma sempre rimanendo dentro alle nostre capacità supportive emotive, fisiche e psicologiche.
Nella seconda parte della curva (segmenti arancione e rosso) subentra la fatica. Esso è l’apice della curva e separa l’eustress dal distress, ossia il preciso momento in cui lo sforzo raggiunto diventerà insostenibile. Da questo momento in poi le prestazioni (performance) si abbasseranno e qualunque cosa facciamo per sopportare lo sforzo causerà in noi un sovraccarico di fatica che produrrà sintomi di stress descritti in seguito.

BASTA ADATTARSI (COPING)
Un aspetto di particolare rilevanza nel contesto del problema dello stress riguarda il concetto di coping; Questo aspetto è specificamente legato al concetto di adattamento. In particolare là dove l’individuo è in grado di far fronte mette in atto un processo di coping. Il termine di coping si riferisce ai particolari meccanismi di difesa che consentono al soggetto di superare situazioni pericolose/dannose. “Coping” infatti, significa ‘far fronte’, ‘prendere di petto’, e comporta una serie di tentativi di affrontare gli eventi considerati difficili o comunque superiore alle loro capacità. Qualora l’intensità della frequenza e durata dello stimolo sono in grado di attivare questo processo, si stabilisce una risposta allo stress che non dipende tanto dall’agente stressante quanto della risonanza psicologica personale.

Quindi ricorda: NON E’ TANTO L’EVENTO IN SE’ CHE STRESSA, QUANTO LE TUE CAPACITA’ PER FRONTEGGIARLO!

I SINTOMI DELLO STRESS
I sintomi di stress possono essere divisi in quattro categorie.
Sintomi fisici: Cefalee, dolori artromuscolari, indigestione, tensione e dolori cervicali, mal di stomaco, tachicardia, sudore delle mani, extrasistole, agitazione e irrequietezza, disturbi del sonno, stanchezza, vertigini, perdita di appetito, problemi sessuali, acufenie (tintinnio, fischio nelle orecchie).
Sintomi comportamentali stress: Digrignamento dei denti, aggressività, abuso di alcol, compulsioni alimentari, ipercriticismo, sensazione di inabilità.
Sintomi emotivi: Pianto incontrollato, grande senso di pressione, nervosismo, ansia, rabbia, senso di vuoto, solitudine, tensione emotiva, sensazione di esplodere, infelicità persistente, sensazione di impotenza, suscettibilità marcata.
Sintomi cognitivi: Problemi di concentrazione, incapacità di prendere decisioni, amnesie, distrazione, pensieri di fuga, assenza di creatività, preoccupazioni costanti, perdita di senso dell’umorismo.

COME SI PUO’ TRATTARE LO STRESS?
Lo stress può essere ridotto mediante l’utilizzo di tecniche di rilassamento e terapia psicologica/psicoterapica.
Le tecniche di rilassamento hanno lo scopo di controllare e gestire le risposte fisiologiche legate allo stress. Imparando a controllare queste reazioni, l’individuo può usarle a suo vantaggio per curare il proprio livello di stress percepito e raggiungere uno stato di rilassamento, che riduce la tensione. Le tecniche di rilassamento più efficaci sono: Techiche di respirazione (descritte in questo articolo), training autogeno, il biofeedback, la Mindfulness, la meditazione.
La terapia cognitivo-comportamentale è uno dei migliori trattamenti per la riduzione e la gestione dello stress. La consapevolizzazione cognitiva di sè permette all’individuo di imparare a gestire l’ansia e le metodologie per modificare i comportamenti disfunzionali. Questo approccio si concentra sulle attuali difficoltà “qui e ora“, nonché per valutare il quadro di comportamento estrinseco (ambientale), o intrinseco. Ciò implica che la cura dello stress passa attraverso l’esame dei punti di forza e di debolezza del soggetto, e una accurata analisi degli eventi che precedono e seguono il verificarsi di ogni comportamenti disadattivi. L’identificazione iniziale dei modelli fissi e pensieri ricorrenti che mantengono il funzionamento tipico che causa i sintomi di stress, vengono corretti e arricchiti con altri modelli e pensieri, al fine di integrarli con i pensieri più funzionali per il benessere del soggetto.

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing
Cannon, W.B. (1929). Organization for physiological homeostasis. Physiological Review, IX(3), 399-431.
Kabat-Zinn, J. (1990). Vivere momento per momento. Sabbadini, A. Tea Pratica, Milano.
Selye, H. (1974). Stress without distress. J. B. Lippincott, Philadelphia.
Selye, H. (1976). Stress in health and disease. Butterworth’s, reading, Massachusetts.